L’IMPATTO DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE SULLE DIFFERENTI PROFESSIONALITÀ DELLO STUDIO ODONTOIATRICO

Autrice dell'articolo: Dott.ssa Patrizia Biancucci

Quest’anno, all’11° Congresso dell’Istituto Stomatologico Toscano il 26-27 gennaio 2024 a Viareggio, il prof. Ugo Covani ha voluto immergerci nel grande capitolo dell’Intelligenza Artificiale applicata alla professione odontoiatrica. Il titolo “La transizione digitale”, ma soprattutto il sottotitolo “L’impatto della rivoluzione digitale sulle differenti professionalità dello studio odontoiatrico”, preludono alle relazioni che ci hanno trasportato nell’utilizzo delle tecniche virtuali in implantologia, protesi, ortodonzia e organizzazione della segreteria.

Il prof. Luigi Rubino e l’odt. Franco Fares hanno aperto con la serrata comunicazione tra medico e odontotecnico (digitale), come pure Riccardo Scaringi e Romeo Pascetta, sottolineando la possibilità di collaborare a distanza per ottenere risultati implanto-protesici molto precisi. Andrea Canestri, software gestionali, e Tommaso Weinstein, competenze dell’ASO nell’approccio al paziente virtuale, hanno fornito le basi per una più efficiente organizzazione del lavoro dell’intero team odontoiatrico. Marco Martignoni ha voluto “provocarci” con il (quasi) completo workflow in studio, dalla programmazione alla stampa 3D, a dimostrare le potenzialità del digitale. Eitan Mijiritsky, volato da Tel Aviv malgrado la guerra in atto, e Giovanni Menchini Fabris si sono soffermati sull’odontoiatria protesica digitalizzata, mentre Domenico Massironi ha fatto il focus sulla funzione masticatoria. Cristian Scognamiglio e Alessandro Perucchi hanno dimostrato come lo Smile design si riveli molto utile nel motivare e guidare il paziente verso una scelta terapeutica consapevole. Anche l’igienista dentale può utilizzare il digitale, come illustrato da Annamaria Genovesi e Giacomo Oldoini.

Infine, last but not least, Carlo Mangano è stato la punta di diamante con la sua Lectio magistralis, “Intelligenza artificiale in odontoiatria: attualità, prospettive, futuro, inquietudini”. Un futuro che è già il presente per uno dei fondatori della Digital Dentistry Society, ma che per il dentista medio, spesso e purtroppo ancora lontano da questo approccio, rappresenta un traguardo difficile da raggiungere. Eppure il workflow digitale, non solo permette allo stato attuale di bypassare gli step tradizionali dell’analogico, ma ci proietta nella cosiddetta “realtà aumentata”, vale a dire poter lavorare in remoto visualizzando, con appositi occhiali, immagini virtuali da toccare fisicamente senza schermo, in tempo reale, a distanze infinite, consentendo di comunicare e interfacciarsi con operatori che, sebbene fisicamente distanti, contribuiscono alla risoluzione dei casi clinici multidisciplinari. Questo grazie alle tecnologie dell’era post-Covid, della mixed reality con passaggio da fisico a digitale, e viceversa, che ci permettono con il 5G di collegarci a distanza con professionisti di varie branche odontoiatriche, pazienti, tecnici di laboratorio e ingegneri. Certo che trasformare lo Studio odontoiatrico tradizionale in uno studio interamente digitalizzato è già possibile, ma bisogna superare le resistenze al cambiamento e investire economicamente nei devices proposti dalle aziende per poi ottenere risultati clinici più soddisfacenti e un bilancio finanziario in attivo.

Questo congresso ha dimostrato che le tecnologie digitali sono utilizzabili in tutte le branche dell’odontoiatria, dall’ortodonzia alla chirurgia guidata, alla protesi pianificata e all’organizzazione della segreteria. Gli scanner intraorali, i desktop facciali, la tomografia computerizzata a fascio conico (CBCT), i software per la progettazione/produzione assistita da computer e la procedura di fabbricazione come fresatura e la stampa 3D, stanno cambiando il modo in cui trattiamo i nostri pazienti che possono vedere fin dall’inizio il risultato desiderato, anche da un punto di vista estetico. Ma al di là dell’entusiasmo che deriva dalla conoscenza delle nuove tecnologie, è importante un momento di riflessione su due aspetti: da una parte tali strumenti, frutti prodigiosi dell’ingegno umano, prendono sempre più spazio nella nostra vita personale e professionale consentendoci, se correttamente applicati, di raggiungere obiettivi un tempo impensabili. Dall’altra il rischio reale che in alcuni casi la macchina possa sostituirsi all’uomo e questo determina la necessità di ridefinire i limiti dei profili di responsabilità quando l’ambito applicativo è quello della salute e della libera scelta del paziente.

È quindi al medico dentista che dovrà rimanere l’onere decisionale, compreso il momento della relazione informativa al paziente destinatario dell’intervento; per quanto utilizzando ed esponendo personalmente le indicazioni pur derivate dall’elaborazione avanzata dei dati, si dovrà ricorrere ad un fattore esclusivamente umano, ispirato ai principi fondamentali dell’etica medica, primo fra tutti il reale beneficio per il paziente.

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Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul sito www.managementodontoiatrico.it

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