Dott.ssa Laura Pigozzo*, Dott.ssa Silvia Mascarucci*, Dott. Giacomo Oldoini**
*Igienista, Master presso l'Istituto Stomatologico Toscano. **Igienista, ricercatore presso L'Istituto Stomatologico Toscano.

Introduzione sulla Full-Mouth Disinfection Modificata (Genovesi-2014)
Ad oggi il gold standard per il trattamento di gengiviti e mucositi è la terapia non chirurgica di One-stage Full-mouth disinfection1.
Tale tecnica, tradizionalmente, consiste nel debridement sopra e sotto gengivale, mediante One-stage Full-Mouth Disinfection (OSFMD) ed è eseguito con strumentazione ultrasonica, in combinazione a scaler e curettes2.
Lo scopo dell’OSFMD è di rimuovere tartaro, biofilm, batteri e tossine dalla superficie radicolare, preservando il tessuto connettivo degli elementi naturali e, con cautela intorno agli impianti dentali, il tutto in un unico appuntamento per evitare una ricolonizzazione precoce dei siti già trattati3.
Tuttavia, la full-mouth disinfection modificata proposta dalla Prof.ssa Anna Maria Genovesi nel 2014, presenta diversi vantaggi aggiuntivi in quanto si tratta di una terapia di supporto in cui il paziente non riceve semplicemente un trattamento, ma ne diventa attore protagonista4.
Il principio cardine di questa terapia è di effettuare un primo appuntamento di motivazione all’igiene orale domiciliare, rendendo il paziente partecipe dell’importanza della salute orale e delle ripercussioni di essa sulla salute sistemica, quindi viene educato sulla prevenzione di patologie croniche che possono portare alla perdita di denti o impianti (parodontite o peri-implantite). Secondo questa procedura, il paziente è, quindi, istruito all’utilizzo di spazzolino rotante o sonico e al corretto utilizzo dei presidi interdentali e, inoltre, gli viene indicato un collutorio antibatterico (in genere a base di clorexidina) da utilizzare per 2 settimane. Dopo questa prima fase, viene effettuata una seconda seduta dal proprio igienista, in cui effettivamente, viene eseguita la sessione professionale di strumentazione5, 6.
La Full Mouth Modificata ha riportato enormi vantaggi nella pratica clinica dell’igienista dentale, tra cui: riduzione del sanguinamento, di dolore intra-operatorio, minor necessità di anestetico, minor rischio di batteremia per il paziente e minor presenza di Proteina C-reattiva in circolo con risultati estetici migliori perché la terapia risulta mini-invasiva7.

Nitradine come alternativa alla Clorexidina
Come riportato sopra, durante il pre-trattamento il paziente è istruito sulle pratiche domiciliari all’utilizzo di un coluttorio ad azione antisettica nelle 2 settimane precedenti alla seduta di Full-Mouth Disinfection. Il principio è quello di ridurre la carica batterica e la placca in modo da limitare l’infiammazione e quindi il rischio di batteremia, dolore, sanguinamento e complicanze durante la seduta professionale8, 9.
La Clorexidina è la formula maggiormente consigliata in questa prima fase domiciliare secondo le seguenti indicazioni: spazzolare la lingua con gel 1% Clorexidina più collutorio 0.20% Clorexidina, 2 volte al giorno. La Clorexidina è un disinfettante ampliamente diffuso nella pratica clinica odontoiatrica perché è ad ampio spettro d’azione, attivo verso batteri Gram-positivi e Gram-negativi, verso miceti e sembrerebbe non contribuire a fenomeni di resistenza batterica. Ha un’azione di tipo battericida, agisce, infatti, aumentando drasticamente la permeabilità della membrana cellulare batterica alterandone la struttura proteica; ciò provoca la precipitazione di diverse macromolecole citoplasmatiche e la susseguente morte cellulare per lisi della cellula batterica o del micete10.
Nonostante la decennale efficacia dimostrata della Clorexidina si stanno valutando sostituti validi a questo potente agente antibatterico per ovviare agli effetti indesiderati che essa presenta. Oltre agli effetti benefici dati dalla clorexidina, infatti, ci possono essere anche effetti collaterali, che possono essere suddivisi in rari, inusuali e comuni. Effetti indesiderati rari possono essere segni di reazioni allergiche come congestione nasale, fiato corto o difficoltà a respirare, rash cutanei, sudori freddi, prurito, gonfiore del viso. Effetti collaterali inusuali sono: irritazione di bocca e/o gola, gonfiore delle ghiandole salivari sottomandibolari e del collo, irritazione della punta della lingua, desquamazione e/o indolenzimento delle mucose orali e presenza di macchie bianche sulle mucose. Più comuni sono, invece: alterazione del gusto e diminuzione della percezione dei sapori, aumento del tartaro sulla superficie dei denti, sensazione di bocca asciutta, pigmentazione di denti, restauri o protesi, mucose e lingua. In uno studio si è visto, infatti, che il 20% delle superfici dentali e il 62% dei restauri in silicato dei pazienti selezionati presentavano discromia in seguito all’utilizzo di clorexidina, e il 36% dei pazienti ha sviluppato pigmentazioni della lingua.
Un’altra controindicazione della Clorexidina è, infine, legata proprio alla sua natura di disinfettante ad ampio spettro d’azione. Alla luce delle nuove conoscenze riguardo al microbioma orale e alla sua importanza nell’ambito odontoiatrico, può essere visto negativamente il fatto che vengano attaccati non solo i batteri Gram-negativi, ma anche quelli Gram-positivi, andando ad interrompere la situazione di equilibrio tra le comunità microbiche (eubiosi).
A causa di questi effetti indesiderati, ci sono, quindi, alcune obiezioni riguardo alla somministrazione di clorexidina nell’ambito dell’odontoiatria preventiva, e in ogni caso è raccomandato l’utilizzo di questo prodotto solo per brevi periodi (solitamente fino a 10/14 giorni)11, 12.
Ad es. l’efficacia di Nitradine si basa sulla combinazione di un’alta concentrazione di tensioattivi (SLS) e altri ingredienti. I tensioattivi denaturano le proteine della membrana del biofilm, composto da microrganismi, mentre gli altri ingredienti determinano un lento rilascio di una concentrazione bassa e non tossica di ipoclorito allo 0.02%, che ha la funzione di uccidere tutti i microrganismi (batteri, funghi e virus) presenti nel biofilm13, 14.
Molti studi hanno dimostrato che Nitradine induce una significativa riduzione di biofilm causato da Candida Albicans, Staphylococcus aureus, Streptococco mutans e Pseudomonas aeruginosa su dispositivi medici orali. In più è stata osservata un’azione anti-virale contro Herpes simplex ed in 10 giorni di utilizzo una notevole riduzione di batteri patogeni della parodontite (Porphiromonas gingivali, Aggregatibacter actinomycetemcomitans e Prevotella intermedia)15.
Dopo aver analizzato le principali caratteristiche dei due componenti, ad oggi, nonostante siano presenti diversi studi clinici che cercano un valido sostituto alla Clorexidina, si potrebbe dunque pensare di sostituirla con il Nitradine nei 10 giorni precedenti la seduta d’igiene per diminuire l’infiammazione gengivale16.
Periotabs è una formula antibatterica e antifungina che si presenta in compresse, nata, in principio, per l’igiene e la disinfezione domiciliare delle protesi rimovibili. Diversi studi su questo prodotto e un cambio nella composizione percentuale di ipoclorito ha permesso, l’estensione dell’utilizzo del prodotto anche per ridurre gengiviti, parodontiti, mucositi e perimplantiti a causa della forte azione antibatterica17.
La procedura di applicazione consiste nello spazzolare i denti e le gengive con le compresse fornite, disciolte in acqua tiepida per dieci giorni.
La compressa deve essere sciolta in 15 ml di acqua tiepida, nel contenitore fornito. Quando la compressa si è disciolta, immergere lo spazzolino da denti nella soluzione e lasciare agire per 15 minuti. Questo permetterà alle setole di assorbire la soluzione di Periotabs prima di procedere all’applicazione. Il paziente dovrà quindi spazzolare denti e gengive con la soluzione per 2 minuti, per 10 giorni consecutivi18.
Le Dott.sse Laura Pigozzo e Silvia Mascarucci, durante il master Universitario di I livello in “Igiene Orale ad indirizzi Implantare, Parodontale, Estetico e Ortodontico” diretto dalla Prof.ssa Anna Maria Genovesi, hanno svolto diversi casi clinici con diversi protocolli seguiti dai Dottori Simone Marconcini e Saverio Cosola utilizzando il Nitradine al posto della clorexidina con l’approccio FMD modificato.

Caso clinico
Il paziente selezionato per questo case report presenta 2 impianti dentali posizionati 4 anni prima in zona 23 e 25. Sono evidenziati al momento del primo appuntamento (T0) i segni clinici di mucosite con sanguinamento abbondante al sondaggio, presenza di gengiva infiammata e placca, mancanza di segni radiografici con perdita di osso marginale maggiore di 2 mm.
Il paziente, uomo di 55 anni non presenta nessuna patologia sistemica, non fuma e non assume farmaci in modo abitudinario, ma presenta dei segni clinici di infiammazione a livello del manufatto implanto-protesico su 2.3, nessun segno radiografico rilevante (Fig. 1). 
Al primo appuntamento (T0) il paziente è stato visitato e sono stati rilevati i dati clinici, anamnesti e radiografici. L’anamnesi è negativa per patologie sistemiche. Una volta accertata la presenza di mucosite sull’elemento 2.3 al paziente vengono fornite le istruzioni per una terapia reattiva domiciliare, ovvero si consiglia l’uso di spazzolino con setole morbite unito ad un agente antimicromico e anti-infiammatorio, in questo caso a base di Nitradine. In particolare, la confezione di PerioTabs®, consiste di 10 compresse a base di NitrAdine® e un dosatore (Fig. 2). Tutte le sere per dieci giorni, dopo aver effettuato la normale igiene interprossimale con gli scovolini, il paziente deve far sciogliere una di queste compresse in un bicchiere con il dosatore pieno di acqua tiepida (Fig. 3), e immergere il nuovo spazzolino nella soluzione per circa dieci minuti, affinché le setole assorbano la soluzione (Fig. 4). Dopodiché, dovranno spazzolare denti e gengive nella zona da trattare, senza utilizzare dentifricio, per almeno due minuti (Fig. 5). Dopo il trattamento si risciacqua abbondantemente con acqua. Lo spazzolino deve essere usato per dieci giorni, alla sera, secondo le indicazioni riportate sulla confezione PerioTabs®, mentre al mattino i pazienti spazzoleranno i denti senza alcun dentifricio o soluzione (Fig. 6).
Dopo sette giorni dalla prima visita e dalle istruzioni all’igiene domiciliare (T1), i pazienti vengono richiamati per la terapia professionale non chirurgica, prima della quale vengono nuovamente registrati tutti i parametri clinici. 
La FMD nel primo paziente, affetto da mucosite perimplantare a livello di due elementi, consiste in una prima fase di deplaquing con ablatore ad ultrasuoni con inserto in peek, per evitare di alterare la superficie dell’impianto o della corona, e in una seconda fase di air-polishing sopragengivale con polvere AIR-FLOW® powder PLUS a base di eritritolo contenente lo 0,3% di clorexidina, a granulometria di 14 μm, con un tempo di applicazione di 5 secondi per ogni sito facendo piccoli movimenti verticali e orizzontali. È stato, infine, applicato un gel parodontale a base di clorexidina allo 0.5%, enoxolone e acido ialuronico (Plak gel active 0,5% Emoform) a livello del margine gengivale dei siti trattati e due cicli di acqua ozonizzata da 1,5 minuti mediante irrigatore professionale19.
Effettuata questa prima fase di terapia reattiva domiciliare iniziale (i primi 7 giorni) e professionale (T1) per ridurre l’infezione, il paziente è stato motivato ad una terapia di mantenimento che supporti la guarigione e mantenga questo stato di salute appena raggiunto.
Il paziente viene quindi motivato all’utilizzo di prodotti domiciliari a base di ozono e ad una terapia di supporto che consiste in controlli periodici20 (Fig. 7).
Dopo trenta giorni (T2) dalla prima seduta (T0), i pazienti tornano in studio per rivalutare i parametri clinici. Si può subito notare, clinicamente che il risultato estetico e l’aspetto clinico della salute tissutale è evidente a T2 come a T1 nonostante i giorni trascorsi. Una terapia non chirurgica suddivisa da un approccio domiciliare reattivo iniziale consente agli operatori di lavorare con maggiore predicibilità, ottimi risultati estetici e minimo dolore per il paziente; inoltre una terapia di supporto post-trattamento consente di mantenere il risultato di salute ottenuto nel tempo21.

Conclusione
L’approccio clinico per eccellenza per ridurre l’infiammazione dei tessuti gengivali intorno ai denti naturali e impianti è, senza dubbio, la Full Mouth Disinfection modificata dalla Prof.ssa Genovesi con un approccio che dia supporto al paziente per iniziare e poi continuare una terapia domiciliare adeguata. Nuovi protocolli sono all’ordine del giorno e un ottimo sostituto della clorexidina potrebbe essere il Nitradine per mantenere gli stessi effetti antimicrobici iniziali ma con minor effetti collaterali.

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